martedì 6 novembre 2007

L’ipertensione

di Luciana Baroni


L’ipertensione è una malattia cardiovascolare molto diffusa nei Paesi occidentali, che colpisce 1 miliardo di persone al mondo. In Italia 1 adulto su 3 è iperteso, ma la malattia sta comparendo anche tra i giovani: il 10% dei ragazzi in sovrappeso è infatti iperteso, e i ragazzi in sovrappeso sono circa il 35%!

Anche se chi è iperteso può non avere nessun disturbo, ha però un rischio aumentato di complicazioni vascolari: 3 volte per l’infarto del miocardio, 5 volte per l’insufficienza cardiaca, 8 volte per l’ictus cerebrale. L’ipertensione inoltre predispone all’insufficienza renale ed a danni retinici, che possono condurre alla dialisi e alla cecità. Nel mondo l’ipertensione arteriosa è causa ogni anno di 500.000 casi di ictus cerebrale e 1.250.000 casi di eventi coronarici acuti!

Nel 5-10% dei casi l’ipertensione è secondaria a specifiche malattie (soprattutto renali, tumorali e ormonali), mentre nel 90-95 % dei casi si definisce “essenziale”, cioè non è possibile identificarne la causa. Sebbene l’ereditarietà giochi un ruolo nella sua comparsa, è ormai ben stabilita l’influenza rilevante esercitata dalla dieta e dalle altre abitudini dello stile di vita.

I valori della pressione normale variano a seconda dell’ora della giornata, dello stato emotivo, dell’attività fisica esercitata e dell’età, ma non devono superare il valore di 120/80 a riposo (valori ottimali). Si parla di ipertensione quando i valori pressori risultino stabilmente superiori a 140/90. L’intervallo intermedio di valori, tra quelli ottimali e quelli elevati, viene definito “pre-ipertensione”, e richiede un approccio non-farmacologico che si basa sulle modificazioni dello stile dei vita (TLC, Therapeutic Lifestyle Changing).

Nell’ipertensione, invece, il trattamento farmacologico va sempre commisurato al rischio vascolare legato alla coesistenza di altre situazioni, ma non può e non deve sostituire le TLC, ma aggiungersi ad esse. La maggioranza dei pazienti ipertesi può infatti beneficiare anche solo dei cambiamenti dello stile di vita che riducono la pressione, e che aumentano l’efficacia dell’eventuale terapia antipertensiva.

L’ipertensione risulta essere significativamente meno comune tra i vegetariani dei Paesi Occidentali, e alcuni studi hanno dimostrato come una dieta a base di cibi vegetali sia in grado di mantenere nei limiti della norma i valori di pressione arteriosa, e di abbassare fino a normalizzarne i valori negli ipertesi.

Ecco le regole principali che devono essere adottate da tutti gli ipertesi, per normalizzare i valori pressori o per ridurre il ricorso ai farmaci:

1-Adottate di una dieta molto povera di grassi e ricca di frutta e verdura, che permette di ridurre la pressione di 8-14 mmHg. Mangiate in abbondanza frutta e verdura fresche e crude, e cucinate poco le verdure, lasciandole croccanti: saranno già gustose così al naturale e aumenteranno le riserve di potassio, che aiuta a ridurre la pressione.
2-Riducete il peso corporeo, puntando a raggiungere valori normali (cioè compresi tra 18.5 e 24.9 di Indice di Massa Corporea-BMI). Spesso, questa è l’unica misura necessaria per correggere l’ipertensione. Infatti, per ogni 10 kg persi, la pressione si abbassa di 5-20 mmHg. E’ fondamentale scegliere cibi a bassa densità calorica, che cioè in grandi volumi concentrino poche calorie: queste caratteristiche sono possedute dai cibi vegetali consumati al naturale, quindi ricchi di acqua, fibre e poveri di sostanze aggiunte come grassi e zuccheri (nonché sale).
3-Riducete il sale nella dieta, cercando di non superare un cucchiaino di sale (5-6 g) al giorno. Non utilizzate la saliera, e cercate il sale “nascosto” nei cibi prodotti industrialmente, leggendo l’etichetta (evitare cibi che riportano tra i primi cinque ingredienti termini come “sale”, “sodio”, “sodico”, preferire i prodotti “senza sale aggiunto”). Imparate ad insaporire i cibi con succo di limone, prezzemolo, origano, aglio o cipolla. Nei molti soggetti sensibili al sale, questo riduce la pressione di 2-8 mmHg.
4-Praticate regolare attività fisica aerobica (camminare a passo veloce, nuotare), che riduce le resistenze arteriose periferiche. Una banale passeggiata a passo veloce di 30 minuti al giorno permette di ridurre la pressione arteriosa di 4-9 mmHg. Inoltre, un regolare esercizio fisico è fonte di benessere e migliora lo stato di salute generale. Attenzione va invece posta, soprattutto in chi è già iperteso, all’esercizio isometrico (es. sollevamento pesi), che al contrario agisce aumentando le resistenze periferiche e quindi i valori pressori.
5-Eliminate l’alcol: oltre a giovare a molti altri organi, questo permette di ridurre la pressione di 2-4 mmHg. L’alcol, anche se consumato con moderazione, può influenzare il 5-15% di tutti i casi di ipertensione.
6-Controllare lo stress e ridurre/abolire le sostanze voluttuarie che agiscono sfavorevolmente sulla pressione, come il fumo e il caffè, sono infine un particolare che completa un efficace approccio igienico all’ipertensione.

Anche se la correzione delle abitudini di vita che rappresentano fattori di rischio di ipertensione risulta essere un l’intervento decisamente più difficile che somministrare alcune pillole, risulta tuttavia il più efficace, duraturo ed economico in termini di salute pubblica, perché il più naturale.

Ma si può mangiare con soddisfazione anche se si è ipertesi, con piatti poveri di sodio e di grassi, da completare con frutta e verdura fresche!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ho trovato un test che analizza i "sintomi" che soffri e le tue abitudini di vita o alimentari per capire se potresti essere a rischio ipertensione: http://goo.gl/EOms8s Secondo me è fatto bene, spero possa esserti utile!

Marco ha detto...

L'ipertensione è alla radice di molti problemi di salute e può segnalare una malattia di cui non siamo ancora a conoscenza. Un buon esempio è la disfunzione erettile che spesso è il risultato del danno alle arterie causato dalla pressione alta. A sua volta, l'impotenza può segnalare una malattia coronarica esistente. Pertanto, è importante che le persone, in particolare i gruppi di rischio come persone in sovrappeso o diabetici, controllino regolarmente la pressione del sangue.